Articolo molto ben diverso questo rispetto ai classici che appaiono su questo sito. Oggi voglio, infatti, affrontare “un caso di studio” del marketing, se così lo si può definire. Oggi, parlerò di friggitrici ad aria, e del connubbio – geniale – che si è venuto a creare tra la parte food (funzione della friggitrice appunto) e il marketing.
Food: la figgitrice ad aria
Prima di addremtrarmi(/vi) in questo articolo vi dico subito che non ce l’ho con questo strumento.
Chi sa dirmi quale è l’elettrodomestico che ha conquistato la cucina domestica moderna? E perché proprio la friggitrice ad aria? Ciò che proprio, invece, non mi va giù è l’uso del termine “friggitrice”.
Il perché è subito svelato: questo apparecchio/dispositivo non esegue una vera e propria frittura come la conosciamo tradizionalmente. In realtà, il suo utilizzo è più simile a quello di un forno. Anzi, senza simile.
In queste righe vorrei riflettere su come l’uso del termine “friggitrice” sia uno strumento di marketing e come le parole possano (quasi sempre) influenzare le nostre scelte.
Il marketing
L’inganno del termine “friggitrice”. Il termine “friggitrice” associato alla friggitrice ad aria può risultare fuorviante. La frittura consiste nell’immersione degli alimenti nell’olio o nel grasso bollente. La friggitrice ad aria, invece, utilizza un flusso di aria calda ad alta velocità per cucinare gli alimenti.
Questa differenza fondamentale rende il termine “friggitrice” inappropriato per descrivere questo elettrodomestico e la modalità con cui cuoce gli alimenti. La scelta del termine è stata una mossa di marketing (e qui mi inchino, ndr) per creare un’affinità con una tecnica di cottura popolare, amata e gustosa, ma senza realmente adottarne i metodi.
In poche parole, possiamo mangiare un cibo fritto senza usare quei famosi e maledetti grassi che fanno muovere le lancette della bilancia verso destra e che non fanno tanto bene alle arterie e al colesterolo, per esempio. Questo è quello che ci dice il marketing, modellando le nostre preferenze alimentari.
In questo modo, le aziende (che non fanno nulla di male né di illecito sia ben chiaro) cercano di attirare l’attenzione di noi consumatori utilizzando termini familiari o accattivanti, anche se possono essere, diciamo così, fuorvianti.
Nel caso della friggitrice ad aria, il termine “friggitrice” è stato scelto per sfruttare la popolarità e l’associazione positiva con i cibi fritti. L’impressione è che i cibi cotti con questo elettrodomestico siano simili a quelli fritti tradizionalmente.
Crediamo di fare una scelta più salutare senza comprendere che avremmo potuto farla ugualmente anche se avessimo sentito la pubblicità del “forno ad aria” e lo avessimo acquistato per quello che è, un forno e non una friggitrice. La parte geniale è tutta qui. Chi avrebbe comprato “un forno ad aria”, quando in ognuna delle nostre case è presente il classsico forno? Ve lo dico io: nessuno!
Ah la consapevolezza dell’influenza delle parole!
Riflessioni finali
In conclusione, il termine “friggitrice ad aria” potrebbe non essere del tutto accurato ma è efficace nel catturare il nostro interesse. Talmente efficace che ovunque troviamo ricette, condimenti, tutorial, accessori, detergenti, e attrezzi vari per usare al meglio il nostro fantastico elettrodomestico.
E allora compriamola la friggitrice ad aria, sperimentiamo le ricette che più ci piacciono e siamo attenti a come e cosa mangiamo.
Ogni tanto, però, una sana e goduriosa frittura tradizionale mangiamola che, come dice una leggenda metropolitana, “fritto è buono tutto” e “una frittura ogni tanto fa bene al fegato ed al metabolismo”. Ah si, qualche volta ricordiamoci di usare il caro e vecchio forno!